Non esiste solo la neuropsichiatria per trattare l'autismo

EQUIPE MULTIDISCIPLINARI

DIAGNOSI ACCURATE E COMPLETE ATTRAVERSO EQUIPE MULTIDISCIPLINARI

Che siano creati Poli ad alta specializzazione per una diagnosi accurata e completa attraverso l'istituzione di equipe multidisciplinari ed interdisciplinari che valutino la persona nella sua interezza tenendo conto delle differenze di genere, delle influenze culturali, delle comorbidità cliniche, organiche e sensoriali per una presa in carico attraverso il modello biopsicosociale e non soltanto basata sull'approccio comportamentale.
L'autismo, come già espresso nelle premesse, è una condizione fortemente eterogenea che accompagna la persona nell'arco di tutta la vita e la cui incidenza nella popolazione è elevata ed in costante crescita. Per tali motivi si rendono necessari interventi mirati e personalizzati e servizi adeguati e distribuiti capillarmente sul territorio nazionale (25/05/2021 relazione ISS
https://www.iss.it/web/guest//news//asset_publisher/gJ3hFqMQsykM/content/id/574628).
Proprio l'inadeguatezza della presa in carico delle persone autistiche e delle loro famiglie in Italia determina, e ha troppo spesso determinato, i casi di acuzie e post acuzie, aumentati ed amplificati in modo preoccupante durante il periodo della pandemia da Covid-19 anche con i TSO (a titolo esemplificativo: 20/04/2021 articolo de Ilsole24ore https://www.ilsole24ore.com/art/il-neuropsichiatra-il-covid-e-stato-detonatore-i-ragazzi-e-boom-ricoveri-AEdWQOC?refresh_ce=1 ).
Tale inadeguatezza riguarda anche la mancanza di continuità tra gli interventi dell'età
evolutiva e quelli dell'età adulta, che sono presi in carico, impropriamente, soltanto dai Centri di Salute Mentale e gestiti come casi psichiatrici, anche quando non lo sono, con esiti lesivi della salute mentale e fisica della persona.
Tale discriminazione va sanata attraverso l'istituzione di equipe multidisciplinari e interdisciplinari per gli adulti autistici, adeguatamente formate e aggiornate, riconoscendo pienamente la condizione autistica anche dopo i 18 anni e l'esigenza di interventi multidisciplinari ed interdisciplinari che valutino lo stato di salute globale della persona.
È necessario che la diagnosi, per la persona autistica e la sua famiglia, sia l'occasione per comprendere un funzionamento neurobiologico differente. Tale variabilità è fisiologicamente presente nella popolazione e ha bisogno di essere riconosciuta e validata, indipendentemente dai carichi assistenziali e dai livelli e tipologie di supporto richiesti, per garantire che le persone autistiche sviluppino una sana percezione di sé, che durante la crescita si traduca in una identità solida e positiva.
Ad oggi questo non avviene, con ricadute negative sulla salute mentale delle persone autistiche, anche con disabilità intellettiva, e di conseguenza, compromettendo la loro capacità di autodeterminazione in tutti gli ambiti di vita.